18 Settembre 2012 - Gerusalemme- Piscina Probatica
Anche la giornata del 18 Settembre la spendiamo a Gerusalemme con un altro intenso programma di visite concludenti con la S. Messa presa in una cappella della basilica del Santo Sepolcro.
Lasciato il pulmann alla porta di Erode, ci incamminammo a piedi nella città vecchia e la prima tappa ci condusse alla piscina probatica, nota nel Vangelo per il miracolo che fece Gesù al paralitico.
Disubbidendo al "don" che stava dillungandosi eccessivamente in spiegazioni e commenti, su una serie di panchine con tutto il gruppo, li abbandonammo per visitare insieme a Carlo, che mi raggiunse subito dopo la mia "fuga," la zona archeologica, che anche se non di grandi dimensioni, era molto interessante e densa di storia.
I'auricolare del quale eravamo dotati aveva una buona ricezione e quindi, durante la permanenza potemmo girare fortunatamente in lungo ed in largo pur ascoltando sempre le parole del famoso "don" oltre a stare attenti a non rimanere poi alla fine da soli.
Giovanni 5,1-18
Guarigione del paralitico alla piscina di Betzaeta
Vi fu poi una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto. Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina».
E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina». Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?».
Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Ma Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero». Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
La piscina Probatica o di Bethesda
La piscina Probatica deve il suo nome alla vicinanza di una porta della città, detta Porta delle Pecore (in greco: Probatikè).
La piscina era composta di due bacini separati da un «portico» che assommato ai quattro portici che la fiancheggiavano da ogni lato. La piscina aveva una forma trapezoidale e una notevole profondità (circa 20 m). Misurava circa m 120x60 e raccoglieva le acque della zona nord della città, convogliandole per i bisogni del Tempio.
Costruita da Erode il Grande era usata probabilmente anche come santuario e luogo di guarigioni (da qui il nome di Bethesda, casa della misericordia).
Sui bordi di questa piscina o in qualche locale annesso, essendo la stessa troppo profonda, l’evangelista Giovanni ambienta la «prima opera» di Gesù, cioè il primo miracolo inteso come «opera» del Padre che rende testimonianza al Figlio.
Lo sforzo messo in atto dall'imperatore Adriano, per la nuova città di Aelia Capitolina, toccò anche la Piscina Probatica. Vi vennero edificati dei bagni pubblici e più probabilmente un tempio al dio della medicina, Esculapio, in riferimento alle proprietà medicamentose delle acque, per cancellarvi i ricordi giudaici e cristiani. Furono infatti scoperte tracce di pitture romane, frammenti di mosaici ed ex-voto pagani.
Nel V sec. i bizantini costruirono una basilica al posto del tempio pagano, dedicandola alla Madonna. Infatti una tradizione, riportata dal vangelo apocrifo di S. Giacomo, ambienta l'abitazione dei genitori di Maria, Gioacchino e Anna, presso il Tempio. La navata centrale della chiesa poggiava, in parte, sopra il portico centrale della piscina, mentre il coro sorgeva sul luogo del tempio pagano. Negli scavi della cappella posta sul lato nord furono trovati resti del pavimento musivo databile anteriormente al 427 per il fatto che esso conserva croci «gemmate» che, da quella data, l'imperatore Teodosio II proibì di raffigurare sul pavimento, perché il santo segno non fosse calpestato.
La chiesa fu distrutta dall'invasione persiana nel 614.
I crociati vi edificarono sopra una piccola chiesa, a ricordo del miracolo evangelico, le cui tracce sono ancora visibili sopra gli scavi attuali. Gli scavi archeologici furono effettuati fin dal 1871 e continuarono in diverse riprese; un lavoro più attento fu compiuto negli anni 1954 (anno giubilare mariano) e nel 1957.
Sul luogo si possono ancora vedere i resti della chiesa bizantina e crociata, sostenuti da grossi contrafforti che poggiavano sul fondo della piscina. Seguendo il passaggio tracciato sugli scavi, è possibile scendere al livello dell'antica piscina che conserva ancora l'intonaco impermeabile di epoca romana.
La chiesa di S. Anna e la Piscina Probatica si trovano su un territorio di proprietà della nazione francese, affidato ai PP. Bianchi. Il luogo fu ceduto alla Francia nel 1856, dopo la guerra di Crimea, dal sultano turco Abdul Megid.