Quartiere Armeno
Il quartiere armeno
Il Quartiere armeno è il più piccolo dei quattro quartieri della Città Vecchia di Gerusalemme ed è abitato da circa duemila persone. Nonostante gli armeni siano cristiani, la particolare storia del popolo armeno e della sua presenza in Terra Santa, hanno fatto sì che si creasse un quartiere distinto rispetto al quartiere cristiano.
L'Armenia
fu la prima nazione a diventare cristiana nel 301 d.C. Già nel IV sec. il regno armeno viene distrutto. Da allora non è più esistita una nazione armena indipendente, fino alla rinascita dopo la caduta dell’Unione Sovietica, a parte un periodo compreso tra il 1080 ed il 1375, l'epoca di maggior splendore. Quando Saladino espulse i Cristiani da Gerusalemme lasciò agli armeni tutti i loro diritti. Recentemente gli armeni sono stati massacrati: 1 milioni e mezzo di morti ad opera del governo turco negli anni '20 .
Attualmente gli armeni sono in esilio, salvo una piccola parte che vive nel nuovo Stato dell’Armenia. In totale la popolazione armena conta circa 5 milioni di persone, la metà in Armenia, un milione in USA e gli altri sparsi per il mondo. Presenti a Gerusalemme dal 1187 (ottennero pieni diritti da Saladino; furono gli unici cristiani a non essere espulsi da Gerusalemme), sono oggi circa 3.000 (su 9.000 in tutto il patriarcato di Gerusalemme) di cui buona parte (200 famiglie più i monaci) abita in questo quartiere. Religiosamente sono cristiani che rifiutarono le decisioni di Calcedonia perché assenti a causa di una guerra coi persiani e in collera con l'impero, dal quale non avevano ricevuto alcun aiuto. Furono perciò detti precalcedoniani o monofisiti, ma recenti dichiarazioni cristologiche, pronunciate in accordo con Roma, hanno mostrato che la loro cristologia è pienamente conforme alla tradizione.
È impossibile visitare il quartiere senza uno speciale permesso.
Il popolo armeno
Benché la leggenda faccia risalire a Noè l'origine del popolo armeno, sembra che solo nel sec. VI a.C. gli Armeni si siano costituiti come popolo intorno al monte Ararat, nelle scoscese catene del Caucaso. L'Armeno è un popolo venuto dalla fusione degli abitanti dell'antico regno di Urartu con tribù indoeuropee venute dalla Frigia. La prima notizia storica ci viene da un'iscrizione cuneiforme dell'epoca degli achemenidi' la dinastia persiana fondata da Ciro intorno al 550 a.C..
Nel II sec. a.C. gli Armeni erano già uno stato indipendente. Uno dei suoi re, Tigràn il Grande (95-55 a.C.), conquistò la Cappadocia ed estese il suo dominio sino alla Fenicia, sulla costa mediterranea. Un'espansione molto breve, perché nel 67 a.C. i Romani ridimensionarono Tigràn.
Tra gli anni 310-313 il re Tiridate II (287-330) si convertì´ al Cristianesimo ad opera di S. Gregorio l'Illuminatore, e proclamò il Cristianesimo religione di stato. Da questo momento la fede cristiana, insieme alla lingua armena, sarà la componente più dinamica dell'anima nazionale.
Conquistato nel 642 a sangue e fuoco dai Musulmani, il paese fu superficialmente occupato e risparmiato dalla islamizzazione. A partire dal sec. IX la dinastia locale dei Bagratidi, che scelse Ani come capitale, assicurò all'Armenia una certa prosperità e un notevole rinascimento artistico.
Conquistata nel 1071 dalle orde turche Seleucidi che devastarono tutta l'Armenia, una parte della nazione, con i regnanti a capo, emigrò in terra bizantina, installandosi tra le montagne del Tauro e della Cilicia. Qui, nel 1073, fondarono il principato dell'Armenia Minore e, nel 1198, un regno che durò fino al 1375. Ebbe relazioni molto strette con i Crociati, ai quali gli Armeni prestarono aiuto militare. A Edessa si costituì un principato Armeno Franco che durò mezzo secolo.
Le comunità armene dell'Armenia Maggiore e dell'Armenia Minore caddero nei sec. XV-XVI una dopo l'altra sotto la dominazione dei Turchi Ottomani, nella quale gli Armeni vissero in relativa prosperità, grazie alla loro indole intraprendente e all'amore per il lavoro. I problemi spuntarono a metà del secolo scorso, quando le idee di uguaglianza, progresso e autonomia venute dall'Occidente si propagarono tra le minoranze cristiane dell'impero turco. L'applicazione concreta di tali idee di libertà porterà al genocidio del popolo armeno.
In effetti, nel 1894 un rumore di "complotto armeno" si estese per tutta la penisola turca dell'Anatolia. La reazione dei Turchi fu brutale: furono assassinati almeno 300 mila Armeni, mentre 100 mila emigrarono fuori dell'impero- Nel 1909 ci furono altri massacri in Adana e a Antiochia: erano solo il preludio del genocidio perpetrato durante la guerra mondiale del 1915-18: più di un milione e mezzo di Armeni persero la vita e fuggirono dalla terra che li aveva visti nascere.
Terminate le guerre e le stragi, gli Armeni del Caucaso, che da un secolo erano sotto il dominio russo, approfittarono della rivoluzione bolscevica, che aveva disarticolato le basi dello stato, per proclamare un'Armenia indipendente (28 maggio 1918). L'indipendenza durò fino al 29 novembre 1920, quando Sovietici e Turchi si spartirono il Paese.
Gli Armeni scampati al genocidio turco si stabilirono per lo più in Siria e in Libano, allora sotto il mandato francese, e a poco a poco ricostituirono le proprie istituzioni comunitarie.
La caduta del Comunismo in Armenia ha permesso di realizzare nel 1991 l'antico sogno nazionale: l'indipendenza di Hayastan (la terra dei Hayk, Armeni). Oggi l'Armenia è una piccola repubblica di 3.300.000 abitanti; la capitale è Erevan, la superficie è di 29 mila km 2. Tener presente che il trattato di Sèvres nel 1920 aveva stabilito non 29, ma 72 mila km quadrati. Fa piacere ricordare che l'attuale presidente dell'Armenia, Levon Petrossian, fu battezzato nella chiesa francescana di Terra Santa di Kesab (Siria) e compì le scuole elementari nella stessa scuola parrocchiale.