Le porte di Gerusalemme
La porta di Damasco
Fra le sette porte della Gerusalemme Vecchia, questa è la più bella. Gli scavi portarono alle luce le basi di una antica porta che gli archeologi suppongono essere quella di Erode Agrippa (del 44 d.C., epoca del terzo muro) che era fiancheggiata come adesso da due torri, dette le «Torri delle donne» e della quale alcune pietre erodiane si possono vedere alla base della porta.
La porta ha un’importanza nella Bibbia: è crocevia, mercato, luogo di incontro e affari, sede del tribunale:
Distrutta da Tito nel 70, circa 50 anni dopo i romani riedificarono sulle rovine la grande porta dalla quale partiva l'imponente via a colonnato (cardo) che, passando di fianco al Foro (luogo dell'attuale S.Sepolcro) raggiungeva l'incrocio che portava alla Cittadella.
La porta come si presenta ora, con le due torri che la fiancheggiano, è di epoca ottomana. Costruita da Solimano il Magnifico fu terminata verso il 1540. Per moltissimo tempo essa, essendo più solenne delle altre, rappresentò l'ingresso riservato alle personalità più illustri in visita a Gerusalemme.
All'interno si trovano i resti della porta di epoca romana (la pietra con il simbolo della Legio X Fretensis), adrianea (pavimento simile a quello del Lithostroton) e crociata (resti della cappella di Sant'Abramo).
Vicino alla porta di Damasco, le "cave di Salomone", una enorme cava sotterranea probabilmente usata davvero per la costruzione del Primo Tempio e forse riutilizzata da Erode il Grande.
La porta di Sion
Anche a prima vista, risultano evidenti i danni riportati dalla struttura della porta nella terribile battaglia del 1948. Ampi scavi lungo le mura presso la porta hanno messo in luce resti di epoche diverse (erodiana, bizantina, araba). Presso la porta di Sion, attualmente all'interno delle mura, si trovava la "Chiesa nuova" fatta costruire da Giustiniano.
La porta del letame
si trova sotto la spianata delle moschee e si apre sulla valle del Cedron.
Anticamente la stretta valle che passa tra il sud della zona del tempio e la città di Davide è stata usata come discarica della città. Il Tempio richiamava (specialmente nelle festività) migliaia di persone, che producevano (allora come ora) tonnellate di rifiuti (senza considerare i resti dei sacrifici di animali). Tutto veniva scaricato in questa zona, e ogni tanto si faceva un po' di "pulizia" appiccando il fuoco. La zona era detta Gheenna, e quando Gesù nei Vangeli parlava del fuoco della Gheenna intendeva richiamare alla mente anche la discarica della città. Per questo la porta verso SUD si chiama "Porta del Letame"
La Porta di Erode
nonostante il suo nome, il famoso re della Giudea non ha avuto nulla a che fare con questa porta. In arabo ed in ebraico questa porta che guarda a nord e che conduce ai vecchi mercati della città, è chiamata Porta dei Fiori. Alcuni dicono che il nome derivi da una rosa intagliata sulla sua struttura. Tuttavia in arabo, una simile parola significa "si sono svegliati" e potrebbe riferirsi ad un vicino cimitero ed alla speranza della resurrezione.
La porta della misericordia o Porta d'Oro
è così chiamata nella letteratura cristiana, è la più antica delle attuali porte delle mura della Città Vecchia di Gerusalemme.
Sono stati ritrovati resti di una porta antica, risalenti all'epoca del secondo Tempio di Gerusalemme. La collocazione nel mezzo del lato orientale del Monte del Tempio suggerisce che possa essere stata utilizzata a scopo rituale in epoca biblica.
La porta attuale è stata costruita probabilmente sulle rovine della porta più antica, negli anni Venti del VI secolo, come parte del programma edilizio di Giustiniano. Secondo un'altra teoria, la costruzione è avvenuta alla fine del VII secolo, da parte di artigiani bizantini ingaggiati dai califfi umayyadi.