15 Settembre 2012 - Wadi el Queilt - Il mio viaggio in Terrasanta

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15 Settembre 2012 - Wadi el Queilt

Terminata la breve parentesi "estiva" sul Mar Morto, dopo il pranzo al self service del centro balneare, riprendiamo il nostro pulmann alla volta di Gerusalemme passando per il monastero di Wadi el Queilt.
Per dire il vero il monastero non era sulla strada principale che da Gerico porta a Gerusalemme ma abbiamo dovuto fare una deviazione riprendendo l'antica strada percorsa anche da Gesù.  All'incrocio infatti era presentie ancora un piccolo tratto (fotografato) della pavimentazione dell'antica strada romana.

Il percorso era ancora lo stesso del tempo e incuneandosi in mezzo a colline desertiche dove il nostro pulmann passava a stento ci fermammo dopo non molto davanti ad una collinetta sassosa sormontata dalla croce. Scendiamo un po' meravigliati fino a quando saliti in prossimità della croce ci compare all'improvviso un paesaggio stupendo fra gole e dirupi deserti in fondo ad uno dei quali, in lontananza, si stagliava nettissimo il monastero ortodosso.

Ad una prima visione questo monastero pareva invivibile ed inaccessibile fino ad una più attenta osservazione aiutati anche dal teleobbiettivo. La valle in fondo era bagnata da un ruscelletto con della vegetazione, c'era una terrazza con un ricco pergolato sullo strapiombo, finestre ed abitazioni che davano l'idea di pace ma anche di limitato confort.
Una piccola stradina sterrata si intravedeva poi a fondo valle.
Lo spetttacolo, anche per le ottime condizioni di luce era superbo ed anche questa esperienza, è stata  sicuramente indimenticabile.
Nel tardo pomeriggio arriviamo finalmente a Gerusalemme all'Hotel King Salomon molto bello ed in una posizione fantastica.
Le foto  successive di Gerusalemme sono state scattate direttamente dal terrazzino della nostra camera.  

Il monastero di Wadi el Queilt
Scavato nella roccia, su una rupe nel mezzo del deserto della Giudea, a circa mezz'ora da Gerusalemme, si trova il Monastero Greco Ortodosso di San Giorgio, costruito più di mille e 500 anni fa.
I visitatori possono raggiungere il magnifico monastero di San Giorgio attraverso un sentiero che si può fare solo a piedi.
Costruito nella roccia alla fine del V secolo, quello di San Giorgio in Koziba è uno dei più antichi e uno dei tanti monasteri o "laure" che per circa tre secoli (da Costantino all'invasione araba) si svilupparono in questo deserto, dando origine a una fiorentissima vita monastica.
La storia di questo luogo non riguarda solo l'epoca di Gesù, ma i mille anni precedenti. Il profeta Elia si nascose qui per sfuggire a chi lo voleva uccidere. Come sta scritto nell'Antico Testamento, i corvi gli portavano il cibo. Crediamo, inoltre, che i genitori di Nostra Signora, Gioacchino ed Anna, vivevano anch'essi qui".
Oggi vivono nel monastero5 monaci greci che sembrano perfettamente abituati a questo ambiente ripido e scosceso.
La vita austera che conducono è impressionante, esattamente come facevano i loro avi, che si ritiravano nel deserto e lì rimanevano per tutta la vita"."Penso che i monaci vengano nel deserto per cercare la tranquillità.
Accanto al monastero, un'esuberante area verde e un piccolo ruscello (è questo il famoso Wadi Kelt). Lo scenario impressiona per il contrasto con l'aridità del deserto.

Resti dell'antica strada romana che andava da Gerico a Gerusalemme percorsa da Gesù

La strada da Gerico a Gerusalemme
Dal Mar Morto, un’antica strada conduce su verso Gerusalemme. In meno di venti chilometri, c’è una salita di circa 1200 metri. L’espressione «salire a Gerusalemme» ha un’implicazione fisica, oltre che spirituale. L’antica via che conduce fuori da Gerusalemme, verso Gerico, era piuttosto desolata. La maggior parte di essa si trovava sotto il livello del mare e sotto il livello delle piogge. Era, tuttavia, la strada percorsa dai sacerdoti del tempio che vivevano nella città Levita di Gerico e servivano nel Tempio di Gerusalemme. Il viaggio durava circa un giorno.
Gesù doveva conoscere bene Gerico che era diventata una mèta obbligata prima di affrontare il deserto di Giuda, soprattutto dopo la costruzione della strada che la collegava a Gerusalemme.

Oggi si conservano alcuni tratti di questa antica strada, anche se non è più praticata. Infatti, per facilitare il controllo del territorio, gli Israeliani l'hanno sbarrata, costringendo ad utilizzare le strade n. 1 e n. 90.
E' restato percorribile solo il tratto che raggiunge il monastero di S. Giorgio, per non isolare completamente i monaci che vi risiedono e consentire il passaggio dei pellegrini. Il monastero greco-ortodosso di S. Giorgio venne fondato nel 480 sul versante occidentale roccioso del wadi el-Kelt, su tre livelli, in uno scenario mozzafiato.
Vicino, sull'antica strada romana, sono visibili i resti di una stazione di posta per viandanti che risale al periodo bizantino, che corrisponde ad un precedente caravanserraglio ebraico.
E' questa la strada e precisamente questa stazione di sosta che aveva ben presenti Gesù nell'ambientare la
parabola del buon sammaritano. "«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico...;


Luca 10, 30-35
Il buon samaritano
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.
Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.

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