11 Settembre 2012 - La sinagoga di Nazareth
Rimanere in silenzio nella stessa sinagoga dove aveva predicato Gesù suscitando per le sue parole l'ira degli ebrei tanto da volerlo gettare dalla rupe di Nazareth è stata un'altra sincera emozione.
Monte del precipizio
Sebbene quaranta chiese diverse segnino i luoghi tradizionali dell’infanzia di Gesù, l’unico sito dotato di sostegno storico è una chiesa Bizantina situata sopra un’antica cava, a Nazareth, probabilmente il luogo in cui i Nazareni adirati rifiutarono di accettare Gesù quale Messia. Volevano lapidarlo con l’accusa di bestemmia. Oggi, questo sito è noto come Monte del Salto o Monte del Precipizio.
La sinagoga di Nazareth
La Piccola e preziosa testimonianza giunta a noi dagli anni di gioventù che Gesù trascorse a Nazareth, ha condotto gli studiosi a descrivere questo periodo, quasi l’intera vita di Gesù, come "gli anni del silenzio", e quanto di più significativo dell’epora, per i cristiani, è possibile trovarlo qui, nella chiesa della Sinagoga, dove il silenzio, infine, era stato rotto.
La tradizione racconta che in questo luogo, un memorabile giorno di Shabbat, Gesù declamò e commentò le parole di Isaia (Luca 4,16-27) ricevendo una risposta violenta (Luca 4,28-30). Troverete la Chiesa a pochi minuti dal vecchio mercato, i cristiani hanno inizianto a recarvisi almeno nel IV secolo, e nel 1771 i cattolici greci lo ricevettero in custodia. In questa disadorna stanza di pietra sotto la volta a botte, la tranquillità del luogo attende che voi possiate scavare nella complessità di una storia così drammatica, e riflettere sulla realtà del tempo e del luogo in cui accadde.
Luca 4,16-27
Si recò a Nazaret, dov'era stato allevato e, com'era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga. Alzatosi per leggere, gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov'era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a proclamare l'anno accettevole del Signore». Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. Egli prese a dir loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite».
Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?» Ed egli disse loro: «Certo, voi mi citerete questo proverbio: "Medico, cura te stesso; fa' anche qui nella tua patria tutto quello che abbiamo udito essere avvenuto in Capernaum!"» Ma egli disse: «In verità vi dico che nessun profeta è ben accetto nella sua patria. Anzi, vi dico in verità che ai giorni di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e vi fu grande carestia in tutto il paese, c'erano molte vedove in Israele; eppure a nessuna di esse fu mandato Elia, ma fu mandato a una vedova in Sarepta di Sidone. Al tempo del profeta Eliseo, c'erano molti lebbrosi in Israele; eppure nessuno di loro fu purificato; lo fu solo Naaman, il Siro».
Udendo queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni d'ira. Si alzarono, lo cacciarono fuori dalla città, e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale era costruita la loro città, per precipitarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.