18 Settembre 2012 - Chiesa Ecce Homo - Il mio viaggio in Terrasanta

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18 Settembre 2012 - Chiesa Ecce Homo

Questa chiesa, attigua a quella della Flagellazione è nelle vicinanze dell'arco di trionfo, del quale se ne vede ancora una parte, costruito dai romani dopo la distruzione di Gerusalemme e rifondandola con il nome di Aelia Capitolina. La tradizione indica, anche se non precisamente, il luogo dove Pilato consegnò Gesù ai Giudei, lavandosene le mani.

Chiesa dell'"Ecce homo"
Questa chiesa si erge al margine orientale del Foro della città di Adriano, Aelia Capitolina. Il passaggio ad arcate che, costruito per adornare l'ingresso nel Foro, contemplava il tipico modello romano a tre campate, una per il traffico su ruote affiancata dalle altre due riservate ai pedoni, è tuttora eretto, almeno per metà. L'arcata centrale sovrasta ancora l'attuale strada, e le arcate pedonali più a nord compaiono nella chiesa come parte del divisorio del coro.

La chiesa ha preso tale nome poiché si ritiene che in questo luogo Pilato presentò Gesù alla folla, durante il processo, iniziando con la frase "Guardate l'uomo". Una credenza del tutto imprecisa in quanto il luogo è datato 135 d.C., dopo l'incontro tra Gesù e Pilato.

Marco 14,55.61-62.64
I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Il sommo sacerdote interrogò Gesù: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!». Tutti sentenziarono che era reo di morte.

Giovanni 19,1-22
"Ecce homo"

Allora Pilato prese Gesù e lo fece flagellare.
I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, e gli misero addosso un manto di porpora; e s'accostavano a lui e dicevano:  «Salve, re dei Giudei!» E lo schiaffeggiavano. Pilato uscì di nuovo, e disse loro: «Ecco, ve lo conduco fuori, affinché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa».Gesù dunque uscì, portando la corona di spine e il manto di porpora. Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!»

Come dunque i capi dei sacerdoti e le guardie lo ebbero visto, gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!» Pilato disse loro: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; perché io non trovo in lui alcuna colpa».  I Giudei gli risposero: «Noi abbiamo una legge, e secondo questa legge egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». Quando Pilato udì questa parola, ebbe ancor più paura; e, rientrato nel pretorio, disse a Gesù: «Di dove sei tu?» Ma Gesù non gli rispose. Allora Pilato gli disse: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di liberarti e il potere di crocifiggerti?»  Gesù gli rispose: «Tu non avresti alcun'autorità su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto; perciò chi mi ha dato nelle tue mani, ha maggior colpa». Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridavano, dicendo: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare. Chiunque si fa re, si oppone a Cesare».
Pilato dunque, udite queste parole, condusse fuori Gesù, e si mise a sedere in tribunale nel luogo detto Lastrico, e in ebraico Gabbatà. Era la preparazione della Pasqua, ed era l'ora sesta. Egli disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!» Allora essi gridarono: «Toglilo, toglilo di mezzo, crocifiggilo!» Pilato disse loro: «Crocifiggerò il vostro re?» I capi dei sacerdoti risposero: «Noi non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
Presero dunque Gesù; ed egli, portando la sua croce, giunse al luogo detto del Teschio, che in ebraico si chiama Golgota, dove lo crocifissero, assieme ad altri due, uno di qua, l'altro di là, e Gesù nel mezzo.

Pilato fece pure un'iscrizione e la pose sulla croce. V'era scritto: GESÙ IL NAZARENO, IL RE DEI GIUDEI. Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; e l'iscrizione era in ebraico, in latino e in greco. Perciò i capi dei sacerdoti dei Giudei dicevano a Pilato: «Non lasciare scritto: "Il re dei Giudei"; ma che egli ha detto: "Io sono il re dei Giudei"».
Pilato rispose: «Quello che ho scritto, ho scritto».

Marco cap 15
Gesù viene condannato
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. 18Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

Gli attuali resti dell'arco di trionfo in una foto di archivio
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